Pagina:Il crowdsourcing tra necessità di coordinamento e perdita di controllo.djvu/36

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cultura del web essere notati, la costruzione di un proprio personal branding (la reputazione), è tutto.
Il punto di vista di Anderson è riconducibile alla convinzione di Adam Smith secondo la quale, spiega Rifkin, “ciascun individuo [è predisposto] a perseguire il proprio interesse particolare nel mercato contro l’interesse altrui” (Rifkin, in DeBaggis, 2010, 57). “Smith offriva la dubbia consolazione che, nonostante il singolo individuo perseguisse esclusivamente il proprio interesse particolare, nel farlo contribuiva in qualche misura al bene comune. Il modello distribuito parte da un’ipotesi opposta sulla natura umana, cioè che quando gli si dà la possibilità di farlo, l’uomo è per natura disposto a collaborare con gli altri, spesso gratuitamente, per pura gioia di contribuire a un bene comune. Inoltre contribuendo al benessere del gruppo, l’individuo si mette nella migliore condizione per promuovere il proprio interesse particolare” (Ibidem).
Senza entrare nel merito della disputa, rimane il fatto che attualmente gli ostacoli che impedivano la diffusione della condivisione sociale su scala globale sono venuti meno. Assistiamo da un lato alla diffusione capillare del capitale fisico (PC e Internet), dall’altro ad un crollo dei costi degli strumenti di coordinamento. I costi intesi in senso economico indicano qualsiasi risorsa che può essere consumata: soldi, ma anche tempo, attenzione, lavoro. Come spiega Shirky, dal punto di vista economico gli uomini rispondono a degli incentivi, e se l’incentivo è maggiore, come semplificare l’attuazione di qualcosa, gli uomini saranno più invogliati ad attivarsi. Il naturale desiderio umano di condivisione, continua l’autore, è inibito dalla complessità dell’azione collettiva, ma grazie ai nuovi strumenti assistiamo ad una riduzione delle complessità offrendo un nuovo modo per organizzare il lavoro di gruppo (Shirky, 2008, 36).

1.12. Controllo organizzativo: promessa, strumento, patto

Il fatto che le nuove tecnologie facilitino l’azione di gruppo presuppone che qualcuno dia il via a tale azione di gruppo, quanto meno come idea iniziale. Nella maggior parte dei progetti di collaborazione di massa c’è infatti qualcuno (una singola persona o un piccolo gruppo) che ha un’idea e la espone tramite una open-call. Dalla open-call si autoselezionerà poi la comunità di pratica interessata. Ma il nucleo organizzativo di origine, pur essendo paritario nel lavoro, mantiene un ruolo di guida durante lo svolgimento del progetto. È quello che è successo per la realizzazione di Linux.