Pagina:Il crowdsourcing tra necessità di coordinamento e perdita di controllo.djvu/42

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contribuire alla negoziazione decisionale avrebbe potuto farlo. L’altro vantaggio delle politiche wiki risiede nel linguaggio, che deve essere necessariamente chiaro, sintetico, concreto e trasparente: la Rete tende a isolare chi utilizza un burocratico politichese. Inoltre il linguaggio scritto è più facilmente accessibile, consente analisi approfondita e revisione a posteriori.
Infine, le politiche wiki permettono il lavoro simultaneo su più ramificazioni di un medesimo processo decisionale, velocizzandone i tempi.

Gli strumenti attuali offrono l’opportunità di un cambiamento radicale della gestione della cosa pubblica. Ma l’utilizzo della tecnologia, come già detto, è solo uno dei requisiti: è necessaria una disposizione mentale delle amministrazioni. “La tecnologia è importante, ma non è il punto di arrivo: nel caso dei processi partecipativi […], l’introduzione della tecnologia non è un fine ma un mezzo, che deve inserirsi in un percorso mentale e strategico per l’amministrazione” (Forghieri, in Magrini, 2008, 86).
Cottica propone un esalogo che le istituzioni dovrebbero seguire per poter attuare, e trarre vantaggio, da azioni crowdsourced:

  1. Accettare il cambiamento, perché tanto il cambiamento c’è. Per ottenere la collaborazione di soggetti esterni è necessario cedere pezzi di controllo e permettere loro di entrare alla pari nel processo decisionale. Il potere che mantengono le autorità è potere di veto, di decisione finale, ma nella società attuale le amministrazioni non possono fare tutto da sole e devono delegare. “L’efficacia di una politica pubblica è inversamente proporzionale al grado di controllo che l’autorità titolare se ne attribuisce” (Cottica, 2010, 81). Le politiche wiki possono convogliare attenzione a tutte quelle decisioni che altrimenti rientrerebbero in quella crisi di attenzione intrinseca all’attuale PA: permettono di soddisfare la coda lunga delle politiche pubbliche.
  2. Adottare il principio di community. Nella definizione di Cottica, una community è un gruppo di persone che non hanno legami sociali forti, ma che si riconoscono in un obiettivo comune e che condividono un ambito di interazione. Applicare questo principio alle politiche pubbliche significa “considerare la discussione razionale allargata come luogo di verità e saggezza” (Cottica, 2008, 84): significa fidarsi delle persone che fanno parte della community. Nonostante