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L’infestazione diabolica 179

L’uomo che si mena in casa gl’istrioni e i saltimbanchi, dice Alcuino in una sua lettera, non sa quanto gran turba di spiriti immondi li segua. Le danze erano un trovato di Satana, ed ogni agio che altri potesse concedersi, ed ogni spasso, anche innocentissimo a primo aspetto, poteva celare, e celava quasi sempre, una diabolica insidia, e apriva l’adito alle diaboliche prepotenze. San Francesco d’Assisi, un giorno che era fieramente travagliato da un gran male di capo e di denti, chiede un guanciale di piuma per adagiarvi il capo; ed ecco subito farglisi addosso il diavolo e non dargli requie fino a tanto che il santo non abbia gettato lungi da sè il guanciale. Guiberto di Nogent narra la storia di certi cacciatori, che credendo d’inseguire un tasso, inseguono un demonio, lo prendono e lo mettono in un sacco; ma tosto assaliti da una infinita moltitudine di demonii, lo lasciano andare, e giunti a casa muojono. Finalmente Satana era bellezza, ricchezza, ingegno, scienza: egli era in ogni vizio e poteva celarsi dietro ogni virtù. Aveva ragione Salviano quando esterrefatto gridava: ubique daemon, il diavolo è per tutto,