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L’infestazione diabolica 181

tenti e di perigli, si vedeva sorgere di mezzo all’acque, all’orizzonte, la mano smisurata e nera del principe dei demonii, minaccia formidabile a’ troppo temerarii navigatori. Così di mezzo al mondo medievale, sopra le città che si raccolgono intorno alle chiese cuspidate come il gregge intorno al pastore, si leva tenebrosa e terribile, quasi in segno di dominazione, la mano di Satana. E quel terrore che ingombra gli animi prende forma e colore e plasticità nelle bieche visioni, nelle fosche leggende, e in tutta un’arte tormentata e mostruosa. Chi dicesse che nel medio evo la più gran moltitudine dei credenti fu governata assai più dal terrore di Satana che non dall’amore di Dio, assai più dal raccapriccio dell’inferno che dal desiderio del paradiso, non direbbe se non il vero. Mille spedienti e mille mezzi erano stati immaginati per contrastare alla potenza del terribile avversario, e per eludere le sue arti; ma si andò anche più oltre, e si cercò modo di mitigare la ferocità sua, di placarne il furore, come si userebbe con un dio malvagio sì, ma strapotente. Satana ebbe preghiere, oblazioni e vittime. Un benedettino