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La storia di Teofilo 235

rato il balsamo della speranza. Teofilo passa altri tre giorni in chiesa a pregare, senza prender cibo, e la Vergine gli appare una seconda volta, e gli porge il lieto annunzio dell’ottenuto perdono. Trascorsi ancora tre giorni, la Vergine, in una terza apparizione, gli restituisce il chirografo maledetto. Il dì seguente, giorno di domenica, Teofilo fa manifesto al vescovo e a tutti i fedeli congregati in chiesa il memorabile avvenimento; poi inferma, e indi a poco, distribuito ai poveri ogni suo avere, devotissimamente si muore e va a fruire della gloria eterna del paradiso. A sant’Egidio la cosa non riuscì così agevolmente. Lasciata la magia, e fattosi domenicano, egli stentò sett’anni prima di poter riavere, con l’ajuto della Vergine, la sua scrittura.

La storia di Teofilo, tradotta di greco in latino, nel settimo secolo, da Paolo, diacono di Napoli, messa nell’undecimo, se non nel seguente, in versi leonini da Marbodo, vescovo di Rennes, godette, durante tutto il medio evo, di un favore grandissimo, e porse in molte province d’Europa argomento a drammi devoti. In uno di tali