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vita: quello che è oggi in cima, può non esservi più domani; e può occorrere qualcosa che ponga un termine alle persecuzioni politiche. In ogni caso, colla pazienza guadagneremo una cosa: che le passioni bollenti adesso, si saranno raffreddate. Il miglior consiglio che io posso dare a voi e a lady Cleverton e a tutti quelli che desiderano il bene del dottor Antonio, è di starvi quieti e portar la maschera della indifferenza. Sento che molti Inglesi hanno cessato di andare a Corte, dopo il fatal 15 di maggio. Voi non dovete far così. Fate anzi che nessuno sospetti la vostra disapprovazione al Governo. Andate a Corte, frequentate tutti i Circoli ufficiali, sentite maltrattare e calunniare i prigionieri senza neppur muover ciglio. Guardate e osservate quanto succede. Così sarete in caso di darmi utili informazioni. Questo è l’unico modo per cui ora possiate servire il vostro amico. Io non mancherò di far quanto posso, e vi farò sapere ogni circostanza meritevole della vostra attenzione.»

Queste notizie riportate dal Diplomatico, di molto calmarono l’esaltate speranze di Lucy. Ma i dettami della prudenza e dell’esperienza contrastavano troppo colla sua febbrile impazienza di vedere Antonio; l’uomo che predicava pazienza e tempo, stando un amico in prigione per accusa capitale, non poteva non essere accusato di tiepidezza. Tuttavia ella accettò il consiglio di andare a Corte e di mescolarsi alla società. Quando si trovò a poter giudicare da sè del tono generale dell’opinione nutrita verso i prigionieri; — quando sentì quotidianamente uomini educati e onorevoli trattati come assassini; — quando, scandagliato su di ciò il rappresentante d’una grande Potenza, rispose: che non avendo influenza alcuna sulle risoluzioni del Ministero napolitano, non poteva affacciare una domanda, la quale, secondo ogni probabilità, non sarebbe stata punto curata; — quando Lucy fu certa di questo, allora, solo allora consentì a riconoscere la prudenza di chi avevale raccomandato e pazienza, e fiducia nell’azione del tempo.

Non molto di poi vennero al Diplomatico nuove notizie. Erano: — Che un manoscritto di Antonio era stato preso in casa di un coaccusato — il Memoriale scritto in Palermo — nel quale era detto: «esser venuta l’ora per gli onesti amici della libertà e dell’indipendenza di formare una sacra falange.» Dietro ciò il Dottore era stato esaminato; e dal tenore delle domande fattegli, pareva molto probabile che contro di lui sarebbe stata diretta accusa di esser uno de’ fondatori di quella Società segreta, a cui si stava facendo allora il processo preparatorio.