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85 Il friulano nel sistema formativo del Friuli
venti sulla scuola, se mancano della necessaria continuità, non sortiscono alcun effetto positivo.1 Il pericolo, a parte gli insegnanti, è che i genitori che chiedono
di avvalersi dell’insegnamento per i figli del f riulano a scuola, che sono poi
la maggioranza, di fronte alla disorganizzazione delle strutture scolastiche
e alla mancanza di programmazione, curricolare e non, decidano di non
avvalersene più.
La comunità f riulana attende ancora i regolamenti attuativi della più recente
normativa regionale in materia, la n. 29 del 2007, un ritardo grave e per taluni
versi incomprensibile, un ritardo che rischia di compromettere definitivamente
la continuità e la “normalità” della presenza del f riulano nelle scuole della nostra
regione. Senza tema di smentita, per esperienza diretta, posso affermare
che la stesura dei regolamenti non risulta affatto facile, con un continuo rimpallo
tra la Commissione r egionale permanente per l ’insegnamento della lingua
friulana e gli uffici legali e amministrativi della Regione stessa, stesura resa ancora
più difficoltosa dall’indifferenza, dai distinguo o dall’ostilità appena velata
di alcuni dei soggetti chiamati in causa; tra questi ultimi, dispiace davvero dirlo,
vi è l’Ufficio scolastico regionale per il Friuli-Venezia Giulia, che non manca
di segnalarsi per disinteresse e rigidità di atteggiamenti, una posizione che
conferma una volta di più la necessità di una gestione in capo alla Regione di
tutta la disciplina scolastica per il nostro territorio.2 Non merita neanche la
pena, a questo punto dell’iter di elaborazione dei regolamenti, quando cioè le
certezze sono davvero poche, entrare nel dettaglio della bozza predisposta dalla
Commissione, di quanto si vorrebbe garantire al f riulano nella scuola dell’infanzia
e nella primaria – si parla di trenta ore all’anno, meno di un’ora alla settimana,
una proposta assolutamente insufficiente e considerata, ciò nonostante,
eccessiva –, come anche della difficile trattativa per il riconoscimento di una
sorta di “abilitazione” all’insegnamento del f riulano, da attribuire ai docenti in
possesso di comprovati titoli ed esperienze.3
- ↑ La manifestazione è cominciata domenic a 3 aprile 2011, Fieste de Patrie dal Friûl, ed è proseguita fino alla domenica successiva, presso l’Oratorio della Purità del Duomo di Udine, con la partecipazione di circa 1.300 lettori.
- ↑ L’istituzione di una commissione regionale definita “permanente”, per la scuola f riulana, dovrebbe essere la prova della buona volontà del legislatore regionale sull’argomento, o quanto meno di buon auspicio, una commissione che però, in realtà, ha compiti non ben definiti e scarsa autonomia operativa. Elemento positivo, in un quadro non certo molto confortante, è la nomina a presidente della Commissione di Bruno Forte, già direttore dell’Ufficio scolastico regionale, benemerito per l’azione di promozione della lingua f riulana che da molti anni svolge con competenza e passione.
- ↑ Il punto di maggiore debolezza di tutto l’impianto regolamentare, così come al momento si delinea, è dato a mio avviso dalla mancata individuazione di un soggetto, forte, che si occupi della materia nel suo insieme. L’iniziativa in questo settore è ancora troppo spesso affidata alla buona volontà dei singoli insegnanti o direttori didattici, mentre ci vorrebbe un organismo, emanazione dell’amministrazione regionale, in grado di promuovere e di armonizzare il processo generale di introduzione del friulano a scuola e di seguire i momenti (complessi) dell’attuazione della legge: for mazione degli insegnanti e tenuta dell’albo regionale, promozione della lingua e questioni connesse, produzione e distribuzione degli strumenti, coordinamento delle