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84 Federico Vicario


Centri di documentazion su la Scuele furlane, che si occupasse non solo della conservazione di quanto si produce, ma anche della sua diffusione e promozione.1

4. Questioni aperte

Le criticità, a compensare le note positive di cui sopra, non mancano. Il problema principale della scuola f riulana – ma anche dell’insieme delle politiche linguistiche per il friulano – è, in estrema sintesi, quello della continuità. L’insegnamento del f riulano si è sempre basato sul contributo fondamentale, ma che non può più bastare, degli insegnanti “di buona volontà”, se così possiamo definirli.2 scuola, pure a livelli minimi, è assicurata adesso solo grazie alla tenacia e all’impegno dei singoli insegnanti e dei singoli dirigenti, dove invece le risorse dovrebbero essere più utilmente impegnati per la crescita dei programmi e il miglioramento dell’offerta formativa nel loro complesso. Non sfugge a nessuno che la battaglia per l’insegnamento del friulano, ma anche delle altre lingue minoritarie, si vince solo con la qualità: solo la qualità può motivare l’apprezzamento e il consenso della popolazione sulla questione e sarebbe davvero un delitto disperdere l’apprezzamento e il consenso che adesso, nonostante tutto, ancora si manifesta per la valorizzazione della lingua e della cultura regionale. Il discorso della continuità degli interventi è fondamentale, insomma. Un’azione in qualche modo dimostrativa, come ad esempio quella del master di formazione per gli insegnanti promossa dall’Università, di cui dicevo prima, può anche essere utile, come momento di presa di coscienza delle potenzialità della lingua e come “censimento”, se così si può dire, delle competenze in campo, ma tale azione non può restare isolata. Lo sforzo organizzativo, amministrativo e finanziario è notevole, senza dubbio, ma il rischio è quello di trasmettere l’impressione della debolezza di questa azione – perché debole è, in realtà – e di ottenere, paradossalmente, l’effetto contrario, con l’allontanamento dei potenziali interessati all’iniziativa, che sono poi gli insegnanti. Facendo un confronto con un’esperienza che ha avuto, recentemente, notevole successo, di sicuro può restare unica la Leture continue de Bibie par furlan, che le diocesi f riulane e varie associazione hanno promosso nello scorso mese di aprile a Udine, ma gli inter

16 A tale proposito, molto alte sono state le dichiarazioni di disponibilità degli insegnanti a svolgere attività in lingua friulana, anche prima dell’approvazione delle leggi di tutela, cf. Peressi (1994); tali disponibilità, raccolte

recentemente dall’Ufficio scolastico regionale, sfiorano il 70 %.

  1. Si occupa delle raccolte della biblioteca della Società Filologica, per questo specifico settore, il recente lavoro di Govetto (2009), ricavato da una tesi di laurea discussa alla Facoltà di Scienze della Formazione un paio di anni prima.
  2. Occorre al più presto superare una fase di costante e perenne sperimentazione, che pure risultati interessanti continua a dare, per passare a una fase di applicazione della normativa “a regime”. La presenza del friulano a