Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/187

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me. C’erano delle cadute brusche, dei capitomboli strazianti del suo essere poco allenato: ma si rialzava, riprendeva la marcia, spirito contuso e felice, verso nuovi ostacoli, nuove trincee morali da superare.

La guerra — esplosione di forze simultanee, ritmo velocizzato impresso alla natura dall’artificio dell’odio — faceva scaturire intorno a Franco miracoli d’amore, di bellezza, di energia, di primitiva salute. Egli ne era preso, travolto, sconvolto. Ammirava questi miracoli e si sentiva trascinato a superarli. Sentiva che le forze dello spirito non sono nulla, se non si traducono nella cifra gagliarda della materia innumerevole; e che la materia non trova la sua formula dinamica se non balza sulle ali issatrici dello spirito. Sentiva che l’odio e l’amore sono delle forze solamente se possono scagliare da lunghe braccia d’acciaio e da bocche infuocate parole di distruzione creatrice.

L’inno della Realtà gli cantò in quei giorni un tumultuoso rivoluzionario orgiastico invito alla violenza, alla conquista, alla metallicità che schianta e travolge. Gli destò la belva nel suo sangue di cittadino civilissimo e intellettuale. Da quel momento in poi il suo pensiero, le sue parole e i suoi gesti furono saturati esclusivamente di questa nuova ten-