Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/260

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polo guerriero, prontezza di spiriti e di muscoli come non si sarebbe mai creduto, qualità d'improvvisazione che, se nelle opere di pace possono scambiarsi per impreparazione e superficialità, in una guerra che ci trovò impreparati in ogni senso, si rivelarono provvidenziali. Senza la nostra inventiva, la nostra fantasia, la nostra iniziativa, non si sarebbe vinto una sola battaglia. Preziosa sensibilità immaginativa degli italiani! Ma perchè farci trovare impreparati, di coscienza e di armi? Ecco quel che Franco si domandava con preoccupata insistenza. Che cosa avevan fatto i Governi di destra o di sinistra, conservatori o democratici, da Porta Pia in poi, che cosa aveva fatto l'idea liberale, la democrazia, il parlamentarismo, la massoneria, se non avevano dato agli italiani un'idea dei loro doveri verso la Nazione, se non avevano impresso alla loro coscienza nazionale, giovane ma fino a un certo punto, l'orgoglio della Patria, della razza, del passato e del futuro, il sogno della grande stirpe di cui siamo eredi legittimi? Quarantacinque anni di sonno, dopo la conquista di Roma, che doveva essere un punto di partenza e non di arrivo, quarantacinque anni di ripiegamento, di vita tributaria, di umiltà di Nazione che vuol farsi perdonare l'unità raggiunta, l'indipendenza conquistata con fior