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Troppo fon io de' fuoi vitali ardori.
S’aprirgli anelli,e parue^cgr.'vn dtctfie; Che fat Giuda nel Mondo? à cht più tardi • Sepellirli entro noi uiuo, e fpirante: Poiché tra viui fei peggior,chi morto ?
Spellar fi i marmi-perche egriun ucdtfft L’tnttinctbtl durezza del mio core.
It io cerco faper de la mia colpa uincor le circor.fl an\e? e cerne tanto Vile diuenni, che pretendo indugi Si" lamia morte-,e fui si forte, e ardito.
Che [olo,e inerme guerreggiai con Dio ì Tartarei(pirli, à cht non mi porgete Vn ferro ,un laccio,un precipitto, un meflro Che trianctda, o miJìro\ztJ>fmibnfo sbra I tu,Dio,che più penflancor attendi (ni; pentimento da Giuda? è pur afpelti, Che.chi'l figlio tradì,trad'fca il Padre ?
JMuora.mucra il crudele-, e re/l, il Mondo Ubero komai da tanti horrendi moli: Nè fi«,chi più ritenti L'indurato cor mio-, Che non s'emenda vn ir a dii or di Dio.
ATTO SECONDO.
SCENA SETTIMA, Angelo Cuftode di Giuda > c Demonio tentatore.
Z>M».V 'T Onti/eguo più Giuda-,poiché ho fatto iN Più di IHtl cbifptraiigt* chi hora fei Ten-