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SCENA QVARTA. ny Corri hot fi fiède.hor ft rannicchia,hor cadc] Horforgi,i fa cint'altri moti a vntratl0.
Io credito, che fia lutto l'Infimo Raccolto al fen del difpirato Giuda, He. lo vorrei ritenerlo, e al nome auguflo Dtl Signor no flro tforcizarlo alquanto , Perche ritorni nel fuo proprio fenno.
Gin. Pietro, frena il tuo ardir,che s altre volti Ci caectafii,fù cafo, « viltr noflro Tu pergiuro congiuri gli altrui fpirtil £ forft ancor non hai cacciato i tuoi.
Se ci cacci, fuggiam , ma vii più dentro; Che l’Infimo hà co/lui dentro'l fuo fino.
E sei torna al fuo fenno, farà peggio, Che'l traditore ìpiù di noi maluagìo .
pii. Andate pur,chi fe btn Padri' feti Voi di mtnx.ognt,hauett hor detto il vero: £ difconuien,che l’altrui ben procuri, Chi non vede il fuo mah.o vn no difenda Le caufe altrui,ni à fe medefmo attenda.
Gio. Già s’ì partito, e come prefio apprefe Le maledette vfan’fe degli Jibtjfi ; Sdegnò,rabbia,e furor per tutto fpirtt.
fortunato colui che ben per tempo Cura il fuo maliche co’l tardar diuient Incurabile ancor picchia piaga.
pie. Felici i chi dop'o'l cader riforgi; Più beato è colui,che mai non erra: Miglio è perpetua pace, Ch'ai fin pace goder dopi In guerra.