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1*4 ATTO OiVARTO." Hor io partir vorrei nohil Donzella, Se met concedile ritirarmi in parte, Uovi [dingo a miei fofpiri attenda, Ni ripofarò mai finche non torni Il mio Signore ai afciugarmi il pianto.
Faci. Mi contento,che parli; ma'l tei ramo Prendi da la mia dejlra, à fin che ptjfi Serbar eterni i tuoi dolci ripcjfi.
Pìt. Volentieri l'accetto} e grane il Ciel»
Del don ti renda : e tu ttco ti relìa, Ch’), come dir altrui, relìati in pan.
ATTO QV ARTO.
SCENA TERZA.
Mifericordia > Giuftitia>ePace.
CHi creduto,o fognato haunbbt mai, Ch’efftr fotta fra noi pace , o pur tregua l (fatto Pur fiam d’accordo,e vn'alma,t vn fpirto > D'ambedue noi, com’tl color melano, Che dal nero,e dal bianco in vnfimefct.
GìuR Tutte , perch'io fon fodisfatta ù pieno Per gli humani difetti-,anzi ho rifctffo Più di quel,che dnuea la colpa altrui-, £ tanto fangue ho nel Cnluano accolto-, Che non so al fin,dou'impiegar mt’l debba: Cofi del mio rigor mclto ho rimtffo, I fento di pietà moli al mio core : Come quell'animai,che’l fangue fugg* fluido ch'ogrì altra cofa aborre ;