Pagina:Il mortorio di Christo.djvu/207

Da Wikisource.

iS* A T T O QV A-R T O.

Preutttgo i miti compagniuccio con foli La (con folMadri in qualche parte Ijji bai/amo ,e mirra , & altre odori Van ricercando al morto Viglio, td io Al tramortito cor vuò dar di hi tir l’impetrai a gratia alcun ri flora.

Ma chi vien verfo tneìpirmi Giouanni Il dtfcipolo amato. Oh cht ptrdefli Granofo giouanettoiò che thè foro Tifùtolto di man : ma ncourarlo Potrtm ben prtfio,ti non rifponde, tmoflrK Me non veder, ma pur doue ne vai, Interprete di Dio. Gio.Tant’ero afforzo Da miei grani penfier, che non potè* y Te diuifar feben vh.iuta si appreffo.

Vengo dal monte, oh'ho lafciato il con, £ uado à ritrouar la Madre afflitta, (te,.

Cht qui prejfo à vn rufccl parche ft* il fo Ch’humorgli diaco’fuoi continuipianti.• Gitf.Andiam,eh'A qui fio vigno:egi*l Mortoio $'apparecchia al Signor, eh'à Pont io chi tfi Arduam ente il corpose alfin l'ottenni.

Gio. Quefl* non ella al cor di hi fa cara, Lieta direi,ma di teliti*il fenfo Uà perduto quel cor. ftmmtrfo in tutto Nel gran diluuio de' futi pianti amari: Tur celebrato hà il Padre il gran Mortoi*’ Del tormentato Figlif.ondt del Tempio Il vii di nife in due gran parti, e in quell»

Dir ci volta,che come Padre amante Squarciar fi anco vile» le proprie vefli, Ch'altro ammanto non hà.con che fi copra.

£ ftr lo fuon de le. (icttfe fumile Sire-