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SCEMA sesta; té; Stufilo vdijft di montagne , e pietre, £ (piegò i neri,e luttuofi rati Il Citi colarlo in tenebrefe hotrori .
Gtof. Altra, e forfè maggior pompa foleant Apparecchiar le tombe,che s"aprirò, E à mille motti han già fcouerlo il Sole.
It io veduto riho d'vn folo il volto Augufte si ,cti Angelico fembiante , Più c'human mi parea per mille fegni 5 I cofe mi narrò,che di fìupore M'ingombrar tanto, e a’allegrezze il pelle Che fognar mi parea nel Patadtfo.
Andiam.ch'a' pii de la dolente Madre,.
Raccontato l'hifloria inanti à Iti .
G’o. lo rihò veduto due,eh’anco m'han detto Cofe di mcrauiglii, e d'honot piene ; E pur dirolle à lei.partiam che queflo Stretto calle ì fentier,ch'à lei ci mena.
Mif. Ferma,Giofefpe,il tuo fugace piede ; I < Ch'io te feguendo vò per mille firade Ar,belante,e(li\t.ofo. Giof. Eccomi fermo.
Ma tu Rabbia non caminar sì ratio j Che fconuieneal tuo grado, Orioni lepre.
Sono,ni veltro tù che con lai corfo Hai da cercar la mia perduta traccia .
JMif. E(fer per te vorrei tigre,e ferpente, E per ogni ahro,che perduto il Xflo H abbia di noflra legge, che Dio diede A' noflri Padri, e eo i fuo dito impreffe.
Ma per dona al mio fdegno,che trafport* la lingua p*n delgiuflo,e queflo ardire Dal dritto,che difende, Control veler di Iti ragion ft'l prende .