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i«4 A T T O QV A R T O Gio. Non li perdono fol,ma del tuo mal» * Mi doglio si,che fpeffo ancor ne piango.
Tùfrenetico fti,che con rampogne, E con beflemmit il tuo Medico accogli.
Chel'ingiurie non fenle,emtnlre{parli.
Mira il tuo morbo,& al rimedio attende .
Mif, Medico tù,che te curar non fai t Medico tù, che fempre corri al peggi» ?
Quante volte difcorfo habbiam tra noi Vi qne/lotuo Maefiro,chi d'vn fabro Nacque, e per non feguir l'ormt dtl padri, linfe il profeta, e à l'altrui fptfe vijfi} Ma fiafipurghe lai forfe it credetti, Ingannato con gli altri: hor che pretendi Da lui,ch'e morto} ahi con foltnnt pompa Vuoi ftpelire vn'appiccato, vn reot I dargli'l tuo fepolctoì e dopo morto Haurai tù cor d’ejftrgli poli» à canto ?
Ilio fono ilfrentticol Giofeppe, Nobil nafcefìi,e ver-,maiportamenti Hai di vii feruo,Ó' il tuo fangue ofcui 't.
Ciò. Tu tienti’l tuo parer,Mifandro,e lafci», Ch'io'L mio mi tengale poi vtdrajfi al fin» , Chi fui fauio di noi, chi fti’l deluf».
lo viuo l'honor ai }morto tadoro .
Allhora occulto, hor fuo Difcepol fon »
Sì manifeflo, che la tur» ho prefo Di fepelirlo entro quell'antro fteffo , One penfai me ricourir co’l tempo.
Macht refti fotterrà,ocht riforga Quel fanto corpo,non fia mai,che chiuda Quella tomba altro morto, tfe no‘l fai, £arà sì facr», ch* da t/nd» ni Mauro Ver.