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J9e ATTO QVINTO: E tacendo la lingua, Entro Vadori tl cor denoto, e pio, ATTO QJINTO.
SCENA SECONDA.
Mifandro9 Soldato primo , < Longino Centurione.
T Rcuarem dunque il Capitan qtù preffo t Rold. A Cofi mi dijfe al dipartirfi, e credo, Che, qual farfalla al de fiato lume, Dilongarfi non sa da' chiari raggi Del fuo morto Signor,che vini arditi, (tri.
Vibra al fuo petto hor ctiecclifiato è àgli al Mif,Tu parli ancor, com'vn de' fciocchi, e mofiri Efitr caduto al precipttio fteffo : »
E dal tuo ragionar pria me n'attui dii, Quando fu’l monte il Capitan conuinfi.
SSold.TWl conuincefti? e chi refi» nel campo t E chi riuolfe al fuo nemico il tergo t Anch'io fon qui per nnouar la guerra.
Se non confijft hauerne hauuto il peggio • Mif, O'mia fini tira, e maledetta forte, Che quinto piti defio trouir compagno, Che co'l mio dir, co'l miopenfier s’accordi, Tanto fò peggio, edtfputarconuiemmi Mio mal grado con huom,chenutta inlède, ftr non reflarne ilGiudaifmo offefo.
Sold, lo nulla so,ma so ben,che potrei Vincerti divani tggio al primo incontro, S’hauefli’lpetto di ragion capace, i.~ - Ma
