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Mi Mi bada il mio dolor.- nc dsneà i danni Tanto mirar,chi mio ccnfor diuiene.
Che non mifuri’J ben.ch’al mal fucceffe.
Peccai,chi’l niega?e da moglierdelufa, Ingannar mi fec’io marito accorto.
Ma s’io non ero peccator,chi mai Veduto haurebbel’huom congiunto à Dio Con si tenace,e indiffolubil nodo r 0,fe pur fi facea del l'angue nollro, Comalcri crede,oue potuto haurebbe Tanti legni mollrar, tanti portenti Del fuo infinito amor,com’hoggi hà fatto?
Partì di carne,e Porli à vn legno,e aprirli In mille parti il tormentato corpo, E al fin morir di mille morti vn Dio Per me,per voi,per l’huom,per chi l’offefe; E'troppo viuo ,e troppo illulfreeffempio Di diuina pietade. O funi.ò lacci, O catene d’amor.doue s’annoda licore human.perchenon mai fi fcioglia Da l’amor del fuo Dio,cui tanto deue .
Quei ch’eran fa!ui in quella mente eterna, Pria ch’io cadelfial mal,falui ancor fono, E nulla perde il Ciel, fe ben tant’alme Scendono ogn’hora a’ defperati abifli.
Togli’l peccato mio,non è chi vccida, Non è,chi muora.ò chi la Chiefa oppugni: Cofijnon faran Martiri,che tanto Per difender la Fè.venderan caro Vna menoma goccia del lor fangue.
La pouertà,!efebri,elefciagure, Che nacquerdalmio error, gliaffaltiftefli Del Tentatore,à chi douea faltiarfi, Mate-
