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QVrNTO.' Che dopo'lguflo amaro ì aff-'i più'dolci!
Come fi vede ài'apptnr de! giorno più vaga del Meriggio anco C Aurora; Che le p ’ffate tenebri p:ù beila Moftran la iitce, e più riderne il Cielo.
Onde gli Augelli amorofettt}t g ii Con p ii foniti accenti »
Cantari del Sole t nnafcenti rai .
Mar. Se la vita de gli huomini, cht furo, O' furari mai nel trapalar de gli anni,, Con la vita del mio pafiato bene Rincontrarem parran picciolt goccii A'fronte del vafliffimo Oceano : Vedi fe folo il [angue Dt’ jet e Macnbeipuo dargli à paro : £’l morir l'huò per Dio guadagno ì eterno" Ma Dioper l'huom : qne/i’i nel cor di Dia Infinita pietà : nel cor de CIntorno Obligo eterno , e ne! materno petto' Immutabil camion cbeterna doglia e Ri forgerà,trionfatami* dammi , Ch'ei non fia morto. & io viuro contenta) Dio battuto,t fchermio.eappefo à vn legno Irà due ladroni, & io.che me n'acchetti f No'l debbo fare: an{i le (ue grande, C'ho da veder,m accrefceran la doglia , S'ei per legge d'amor non mt l contende, D'ifcorrer a coi miei materni affetti : Dunque i! mio caro pegno, (fi re C’hor à delira idei Padre^e'l Ciel più tilt* Rende di fue bellezze ,e co'lfuo amie (ìouema il Mondo,cfà tremar gli abifjfi.
Torneo fù, thè beni tefeo mortale ?
