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ki8 ATTO QVINTO.
. E vn dì,dij[e il Signor fuora dt denti Centro i Rabbiniche ciechi erano ,e à ciechi Scorte infelici: &> hoggi ecco fi vede, Quanto fiam ciechi ,che lo/lui ricoura Il lume,i noftri Hebrei refianfi al buio .
S'i che de la tua [orti Codi, gentil guerriero; Che fra tanti ingannati Tu [ol con fochi rietnofei il vero.
Sold. Grane ti rendo, òmto Signor, t’accetti; Da chi"l petto l'aper[e, efftquto,t lode'.
Ch'ai ceppo non attendi, onde nafeefli, Ma al cor denoto: e noni figlio il figlio , Non è feme d'Abram, chi da lui nafee.
Con co/lumi contrari ; Ma chi chefia,cht la tua fede impari.
&»[■ Etempo hormai,cht le parole à i fatti Cedan franili,e ci apprtjftamo al monit : Che la Madrelf atttruim— Al morto Figlio à canto , Murta al piacer,viua al dolore,e al piani», Rie. Andiam,che"l gran [oggetto , Ouedi[cor[i habbiam.fi ci ritenne, Che con qualche difetto liti ci hà fatto indugiarle non conutnnt.