Pagina:Il mortorio di Christo.djvu/264

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SC F. N A OTTAVA. iì?

Qua fi irà l'-Alpi itnpinetrabil muro ; Perche fempre il tuo {lato Dainfulroperegrin relìi feeuro.

Giof O Aquila del Ciel che si lontano Scourì di Dio le più fegrete cofe J Perche la Maire fi confoli alquanto Mentre mira impiegato Si bine il fangue dtl fuo Figlio morto.

E i felici progredì , Che folto fua difefa Farà co’l tempo la nafcetile Chiefa.

Nic. Veggo venir da la vicina ftlua Leggiadri Donne,e giouanetti gai.

Che mipaion dal Ctel quà giù difeefi, Forfè per far più celebre, & ili ufi re Za pompa del Mortolo: E ben conuien,che,fe colui,thì morto, Ira del Citi Signore, I dindin più degni à fargli ksnort.

Ang. Ben diuiche fiam fpirti detti Del Cielo,e ch'e fiam qui per le funebri pompe,e voi degni ancor ftte £ vnirui Cen noi,per la pietà , c'hauete effetto Al commune Signor.Quefie dentelli Son Cittadine ancor deJ'altro Mondo, E fguran di Dio gli alti attributi.

Hic. Ecco da vn’altra pane II morto vien già rediuiuo, e fteo Hà’l fuo compagne,& altri degni herei, Tuo mal grado Mifandro:ecco folenni Più di quel,che credtamXtffcquie noflrt, Ang- La paganti ben lofio, (he quel empio