Pagina:Il mortorio di Christo.djvu/73

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4S ATTO PRIMO.

Ch'io l'infignaro contro me Beffa, Nel mio pitto egli vate,e farà fempre Mentr'to fon viua,e al mio morir fia fpèto.

Hor ttt la lancia arrefta Centrami,eh’in vn tempo, ò ehiftriti* Tortai la Madre,& il Figlino! di vita.

Mif. Adeffo prieghi, Donna, e non t'accorgi Quanto indegna tu fei d’hauer mercede Vnfabro hauefli per Con forte, e ardi/li Chiamarti de!gran Dio fpofa, & Amate "Dunque Dio fi marnaie à carne, i à sague S'inuegliaìe figlio ha in ferrale figlio àpe- Degno difabro,onde l'ori gin prende! {na F ttt pretendi,ahi fciocca, Fffer Vergine,e Madre à vn tempo fltfioì F’iperfuadi al trafcurato pegno, Che Dio i in finfe anch’egli,e di Dio figlio ?

"Lituipena et portonne,» tìt ben poco Tiangt(li,s'à l'error rincontri il pianto .

Mxr. O' Gente Hebrea troppo ingannata,ò troppo Fiero defto d’incrudelir ne' morti : Dii olmi il mio figlio vecifo, e dopò lui Duolmi il tuo mai, che già caduta fei Da la maggior tua alte\r.a.oue nonpenfi.

Non mi difendo nò:f affila il Cielo L’hi fioria del mio parto : s’io pur fono Cagion del mal, che foprauenne al figlio, „ A' che lafeiarme i» vita ì Ho core,ho petto anch'io, Per riceuer da voi mortai ferita.

Mif. Giuflafìt laf emenda,eh' et moriffe, Soprauiuendotùjc'hor la tua vita Altro non ft può dir, cht lunga morte : Che