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XII



― Maria, lasciate a questo minuto la sua dolcezza, lasciate ch’io esprima tutto il mio pensiero!

Ella si levò. Disse piano, senza sdegno, senza severità, con commozione palese nella voce:

― Perdonatemi. Io non posso ascoltarvi. Mi fate molto male.

― Tacerò. Rimanete, Maria; vi prego.

Di nuovo, ella sedette. Era come al tempo di Schifanoja. Nulla superava la grazia della finissima testa che pareva esser travagliata dalla profonda massa de’ capelli, come da un divino castigo. Un’ombra morbida, tenera, simile alla fusione di due tinte diafane, d’un violetto e d’un azzurro ideali, le circondava gli occhi che volgevan l’iride lionata degli angeli bruni.

― Io non voleva ― soggiunse Andrea, umilmente ― non voleva che ricordarvi le mie pa-