Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 89 — |
— L'ho sentito anch'io.
— Bisognerebbe che facesse rompere subito la terra dov'è stato falciato, il sole la incoce e secca l'erbaccia che c'è rimasta.
— Lo dirò domani a Berto.
— Ma non gli dica che gliel'ho suggerito io.
Il giovane lo guardò, e rispose:
— State tranquillo.
Egli sentiva un'inquietudine vaga e piena d'amarezza. Il sole era andato già da una mezz'ora, ma ci si vedeva bene lo stesso; benchè nelle lontananze si fosse levata una nebbiolina azzurrognola, che s'infittiva sempre di più. Lungo la strada di Siena, s'accendevano i lumi dentro le case; e c'erano due o tre stelle che sembravano venute troppo presto. La Torre doventava rossa come il fuoco; e sembrava che tutti quei cocuzzoli tondi si radunassero attorno alla Casuccia. Picciòlo gli disse:
— Non pensa a pigliare moglie?
— Ci ho pensato una volta.
— Sarebbe quel che ci vuole.
Il giovane sorrise; ma l'assalariato gli prese una mano e gli disse:
— Io le voglio bene.
Remigio sorrise un'altra volta.
— Non ha piacere che io glielo dica?
— Sì; ma è troppo presto prima che io prenda moglie da vero. Prima — ed esitò