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pendere da un animo onesto, sebbene rude e irritabile. E allora, per provargli che non se la prendeva a male, cambiava discorso.
Ma non dimenticò mai più la delusione provata quando, proprio il giorno della prima cambiale, si sentì dire da Berto:
— Non li vuol pagare lei i suoi sottoposti? Dobbiamo lavorare per passare il tempo?
Gli venne da piangere, e rispose con violenza:
— Domani avrete tutto, anche quello che avanzate da mio padre.
— Domani? Facciamoli ora i conti! È tanto che io sto zitto!
— Domani, ti ripeto.
Allora Berto, con un'astuzia ironica e ghignando, gli disse:
— Speriamo che possa pagare da vero!
Queste parole, che parevano indovinare ogni cosa, abbatterono completamente il giovane; che non seppe più rispondere. E, il rimanente del giorno, per prudenza, non andò nel campo.
Meglio, meglio venderla la Casuccia! E perchè non tornare a Campiglia? Ma poi, pensò: «Se Berto è cattivo, devo forse fargli il piacere di non essere più il padrone? Ormai, avrò i denari. Però ha ragione di avermeli chiesti; anche se m'ha detto a quel modo.» Ed uscì di casa, andando in su e in giù per l'aia.