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Pagina:Il vicario di wakefield.djvu/105

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96 il vicario di wakefield.

marito. Ell’è troppo tesoro per un uomo; ella è una divinità. Vi giuro sull’anima che le mie parole sono ad una ad una dettate da quel ch’io sento, e ch’ella è un angelo.” — “Signore, voi ficcate carote, e troppo adulate la mia povera figliuola; ma noi ora stavamo pensando d’accasarla con uno, de’ vostri fittaiuoli, il quale, mortagli non ha guari la madre, abbisogna di una donna assai casalinga: voglio dire il castaldo Williams. Egli è danaroso, nè teme freddo, e sapralla ben mantenere. Ha già lasciate scappar di bocca diverse domande; ma amerei avere da voi l’approvazione d’una tale scelta, prima di fare groppo con esso lui.” — “La mia approvazione! oibò oibò! sagrificare tanta bellezza e bontà e intelletto ad un pezzo di stupido, a un orecchiuto villanzone che non sa discernere la buona fortuna, nè perdio la merita! Perdonatemi; ma io non approverò mai codesta ingiustizia, e n’ho le mie ragioni."

“Se avete le vostre ragioni, allora la cosa cambia di aspetto; ma mi fareste sommo favore a manifestarmele.”

“Scusatemi, madama, sono scolpite qui dentro profondamente (ponendosi la mano al petto), nè si possono così di leggieri trarre al giorno: qui qui stanno sepolte, inchiodate.”

Dopo questo e’ partì; e noi chiamatici a raccolta, non sapevamo indovinare che si volessero que’ suoi gentili sentimenti. Olivia li considerò come argomento di una sviscerata passione; ma io non mi sentiva tanta confidenza in cuore, parendomi che le parole di lui sapessero d’amore più che di matrimonio. Checchè però se ne potesse pronosticare, stabilimmo di tener dietro alle mire del fittaiuolo Williams, il quale fino dal primo apparire in que’ paesi della mia fanciulla l’aveva adocchiata con tenerezza.