Vai al contenuto

Pagina:Il vicario di wakefield.djvu/118

Da Wikisource.

capitolo decimottavo. 109

biasimava in me l’orgoglio che mi aveva rènduto disobbediente alla correzione. L’uomo non sa fino a qual segno egli possa sopportare le calamità, s’ei non le prova. E in quella guisa che l’ambizioso quanto più sale, più impensate difficoltà e oscuri intrighi incontra, colà dove, mirando dal basso in alto, non aveva da prima veduto che agevolezza e splendore; così nel discendere dalla sommità del piacere, per orribile e cupa che possa parere a prima giunta la valle della miseria, la mente accorta non pertanto che da ogni cosa sa trarre diletto, anche nel precipizio a poco a poco lusinghe e consolazioni ritrova. A misura che noi loro ci accostiamo, gli oggetti foschi si fanno più sereni; e gli occhi dell’anima alla tenebria di sua condizione si accomodano.

Poi ch’ebbi camminato per in circa due ore, mi si offerse da lontano alla veduta alcuna cosa che avea sembianza d’un carro; ed affrettato il passo per raggiugnerlo, trovai non essere che una carretta d’una vagabonda compagnia di commedianti sulla quale trasportavano le loro scene ed altri arredi teatrali ad un villaggio vicino, ove doveano recitare. La carretta era solamente seguita da chi la guidava e da uno de’ comici, perchè gli altri avrebbero tenuto dietro il giorno appresso. Buon compagno per cammino, dice il proverbio, ci serve per ronzino; onde io introdussi conversazione col povero commediante e siccome un tempo sapeva ancor io qualche cosa di teatro, coll’usata libertà spacciai su quell’argomento le mie dissertazioni. Ma ignorando interamente in che stato si ritrovasse allora la scena, domandai chi fossero gli scrittori di cose teatrali in voga in quel tempo, quali i Drydens e gli Otways della giornata. “Io credo, o signore,” rispose il commediante, che pochi de’ moderni autori drammatici si reputerebbero onorati dal paragone che voi ne fate cogli scrittori che nominaste. La maniera di Rowe e di Dryden non si usa più; e il nostro gusto è ritornato indietro un buon secolo; Fletcher, Ben Jonson