Pagina:Il vicario di wakefield.djvu/63

Da Wikisource.
54 il vicario di wakefield.

            Al tuo diletto.
            Lasciati stringere,
            Cara, al mio petto.
          Ecco cessarono
            Le acerbe pene.
            Ecco amor rendemi
            A te, mio bene.
      Io te sola ancora adoro.
        Deh! riposa; e nel mio cor,
        O mia vita, o mio tesoro,
        Trova pace al tuo dolor.
          Vivremo amandoci
            Uniti, o bella.
            Mai da quest’anima
            Sarà ch’io svella
            La dolce immagine
            Del tuo sembiante:
            Nè fia che tolgati,
            Vergin vezzosa,
            Al fido amante
            Veruna cosa.
              E porrà fine,
                Cara, così
                Un sol sospiro
                Ai nostri dì.

Intanto che si stava leggendo questa Ballata, pareva Sofia frammischiare agli applausi una tal quale aria appassionata che ti vinceva. Ma quella tranquillità fu poco stante scomposta da una archibugiata che ci scoppiò alle spalle, dopo la quale eccoti un uomo aprirsi per mezzo la siepe una callaia vêr la sua caccia. Era quegli il cappellano dello scudiero, ed aveva ucciso uno de’ merli che ci rallegravan cotanto. A quel fracasso si spaventarono le mie figliuole; e la Sofia tremante fu da me veduta gittarsi a ricovero nelle braccia del signor Burchell.

Il gentiluomo venne a chiederci scusa del disturbamento, affermando nulla saper egli della nostra vicinanza,