Pagina:Iliade (Monti).djvu/231

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220 iliade v.353

Premii, e già tanti n’acquistâr, che brama
Più di ricchezze non avría chi tutti
Li possedesse. Ti largisce inoltre355
Sette d’alma beltà lesbie donzelle
D’ago esperte e di spola, e da lui stesso
Per lor suprema leggiadría trascelte
Il dì che Lesbo tu espugnavi. A queste
La figlia aggiunge di Briséo, giurando360
Che intatta, o prence, la ti rende. E tutte
Pronte son queste cose. Ove poi Troia
Ne sia dato atterrar, tu primo andrai,
Nel partir della preda, a ricolmarti
D’oro e di bronzo i tuoi navigli, e dieci365
Captive e dieci ti scerrai tenute
Dopo l’Argiva Eléna le più belle.
Di più: se d’Argo rivedrem le rive,
Tu genero sarai del grande Atride,
E in onoranza e nella copia accolto370
D’ogni cara dovizia al par del suo
Unico Oreste. Delle tre che il fanno
Beato genitor alme fanciulle,
Crisotemi, Laódice, Ifianassa,
Prendi quale vorrai senza dotarla.375
Doteralla lo stesso Agamennóne
Di tanta dote e tal, ch’altra giammai
Regal donzella la simíl non s’ebbe;
Sette città, Cardamile ed Enópe,
Ira, Pedaso, Antéa, Fere ed Epéa,380
Tutte belle marittime contrade
Verso il pilio confin, tutte frequenti
D’abitatori, a cui di molte mandre
S’alza il muggito, e che di bei tributi
T’onoreranno al par d’un Dio. Ciò tutto385
Daratti Atride, se lo sdegno acqueti.