Pagina:Iliade (Monti).djvu/290

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v.654 libro undecimo 279

Per man lo prende allora il generoso
Minor Atride, e fuor dell’armi il tragge655
Finchè l’auriga i corridor gli adduca.
   Ma il Telamónio eroe contra i Troiani
Irrompendo, il Prïamide bastardo
Doriclo uccide; e poi Pandoco, e poi
Lisandro fiede e Piraso e Pilarte.660
E come quando ruinoso un fiume,
Cui crebbe l’invernal pioggia di Giove,
Si devolve dal monte alla pianura,
E molte aride querce e molti pini
Rotando spinge una gran torba al mare:665
Tal cavalli tagliando e cavalieri
L’illustre Aiace furïoso insegue
Per lo campo i Troiani; e non per anco
N’aveva Ettorre udita la ruina,
Ch’ei della zuffa sul sinistro corno670
Pugnava in riva allo Scamandro, dove
Il cader delle teste era più spesso,
E infinito il clamor dintorno al grande
Nestore e al marzio Idomenéo. Qui stava
Ettore, e oprava orrende cose, e densa675
Colla lancia e col carro distruggeva
La gioventude achea. Nè ancor per tanto
Avrían gli Argivi abbandonato il campo,
Se il bel marito della bella Eléna
Alessandro ritrar non fea dall’armi680
Il bellicoso Macaon, ferendo
L’illustre duce all’omero diritto
Con trisulca saetta. Di quel colpo
Tremâr gli Achivi, e si scorâr, temendo
Che, inclinata di Marte la fortuna,685
Non vi restasse il buon guerriero ucciso.
Onde a Nestore volto Idomenéo: