Pagina:Iliade (Monti).djvu/353

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20 iliade v.628

Con gl’inclinati scudi. Enea dall’altra
Parte eccitando i suoi compagni appella
Dëífobo a soccorso e Pari e il divo630
Agénore, che tutti eran con esso
Condottieri de’ Teucri, e li seguía
Molta man di guerrieri, a simiglianza
Di pecorelle che dal prato al fonte
Van su la traccia del lanoso duce,635
E ne gode il pastor; tale d’Enea
Pel seguace squadron l’alma gioisce.
   Colle lungh’aste intorno ad Alcatóo
S’azzuffâr questi e quelli. Intorno ai petti
Orribilmente risonava il ferro640
De’ combattenti, e due guerrier famosi
D’Anchise il figlio e il regnator di Creta
Pari a Marte ambedue con dispietato
Ferro a vicenda di ferirsi han brama.
Trasse primiero Enea, ma visto il colpo,645
L’avversario schivollo, e tremolante
Al suol s’infisse la dardania punta
Invan fuggita dalla man robusta.
Idomenéo percosse a mezzo il ventre
Enómao. Spezzò l’asta l’incavo650
Della corazza, e gl’intestini incise,
Sì ch’egli cadde nella polve, e strinse
Colle pugna il sabbion. Svelse dal morto
La lancia il vincitor, ma le bell’armi
Rapirgli non poteo, chè degli strali655
L’opprimea la tempesta, e non avea
Salde al correr le gambe e al ripigliarsi
L’asta scagliata, ed a schivar l’ostile.
Quindi a piè fermo ei ben sapea per anco
La morte allontanar, ma dal conflitto660
Mal nel bisogno sottraealo il piede.