Pagina:Iliade (Monti).djvu/454

Da Wikisource.
v.1202 libro decimosesto 121

Già t’incalza la Parca, e tu cadrai
Sotto la destra dell’invitto Achille.
   Disse e spirò. Disciolta dalle membra
Scese l’alma a Pluton la sua piangendo1205
Sorte infelice e la perduta insieme
Fortezza e gioventù. Sovra l’estinto
Arrestatosi Ettorre, A che mi vai
Profetando, dicea, morte funesta?
Chi sa che questo della bella Teti1210
Vantato figlio, questo Achille a Dite
Colto dall’asta mia non mi preceda?
   Così dicendo, lo calcò d’un piede,
Gli svelse il telo dalla piaga, e lungi
Lui supino gittò. Poi ratto addosso1215
All’auriga d’Achille si disserra,
Di ferirlo bramoso. Invan; chè altrove
Gl’immortali sel portano corsieri,
Che in bel dono a Peléo diero gli Dei.