Pagina:Iliade (Monti).djvu/656

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v.998 libro ventesimoquarto 323

Sotto il giogo fur pronti, e dalle porte
Proruppero. Durò ben nove interi
Giorni il trasporto delle tronche selve.1000
Come rifulse su la terra il raggio
Della decima aurora, lagrimando
Dal feretro levâr del valoroso
Ettore il corpo, e postolo sul rogo,
Il foco vi destâr. Rïapparita1005
La rosea figlia del mattin, s’accolse
Il popolo dintorno all’alta pira,
E pria con onde di purpureo vino
Tutte estinser le brage. Indi per tutto
Queto il foco, i fratelli e i fidi amici1010
Pieni il volto di pianto e sospirosi
Raccolsero le bianche ossa, e composte
In urna d’oro le coprîr d’un molle
Cremisino. Ciò fatto, in cava buca
Le posero, e di spesse e grandi pietre1015
Un lastrico vi féro, e prestamente
Il tumulo elevâr. Le scolte intanto
Vigilavan dintorno, onde un ostile
Non irrompesse repentino assalto
Pria che fosse al suo fin l’opra pietosa.1020
Innalzato il sepolcro dipartîrsi
Tutti in grande frequenza, e nella vasta
Di Prïamo adunati eccelsa reggia
Funebre celebrâr lauto convito.
    Questi furo gli estremi onor renduti1025
Al domatore di cavalli Ettorre.


FINE