Pagina:Iliade (Monti).djvu/88

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v.454 libro terzo 77

Primier la lunga e grave asta vibrando
La rotella colpì del suo nemico,455
Ma non forolla, chè la buona targa
Rintuzzonne la punta. Allor secondo
Coll’asta alzata Menelao si mosse
Così pregando: Dammi, o padre Giove,
Sovra costui che m’oltraggiò primiero,460
Dammi sovra il fellon piena vendetta.
Tu sotto i colpi di mia destra il doma
Sì che il postero tremi, e a non tradire
L’ospite apprenda che l’accolse amico.
   Disse, e l’asta avventò, la conficcò465
Dell’avversario nel rotondo scudo.
Penetrò fulminando la ferrata
Punta il pavese rilucente, e tutta
Trapassò la corazza, lacerando
La tunica sul fianco a fior di pelle.470
Incurvossi il Troiano, ed il mortale
Colpo schivò. L’irato Atride allora
Trasse la spada, ed erto un gran fendente
Gli calò ruïnoso in su l elmetto.
Non resse il brando, chè in più pezzi infranto475
Gli lasciò la man nuda; ond’ei gemendo
E gli occhi alzando dispettoso al cielo,
Crudel Giove, gridava, il più crudele
Di tutti i numi! Io mi sperai punire
Di questo traditor l’oltraggio: ed ecco480
Che in pugno, oh rabbia! mi si spezza il ferro,
E gittai l’asta indarno e senza offesa.
   Così fremendo, addosso all’inimico
Con furor si disserra: alla criniera
Dell’elmo il piglia, e tragge a tutta forza485
Verso gli Achivi quel meschino, a cui
La delicata gola soffocava