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xiv prefazione

mare, dal regno di Thothmes III (XVIIIa dinastia). «Io venni — dice ad esso, in una iscrizione di Karnak, Ammone, il dio supremo di Tebe — io permisi che tu abbattessi gli abitanti delle isole. Quelli che abitavano in mezzo al mare, furono raggiunti dal tuo ruggito. Le isole di Grecia sono in tuo potere». E non soltanto le isole, ma anche gran parte delle coste di Grecia: si rileva dalla medesima incisione1.

Ma sotto la XIX dinastia, le parti appaiono capovolte, e contro l’Egitto si scatenano tre invasioni di popoli alleati.

Vari monumenti egiziani riferiscono i nomi di questi popoli2. E si sa bene che la decifrazione dei geroglifici è sempre ardua, massime per la caratteristica assenza delle vocali, e può dar luogo a molti dubbi. Qui, però, le coincidenze son troppo numerose. E davvero chiuderebbe gli occhi alla luce del giorno, chi volesse dubitare che i monumenti egiziani ci parlino proprio di Teucri, Misi, Pisídi, Dàrdani, Siculi, Tirreni, Lici, Sardi, Pedasi, Danai, Achei.

Ora, son proprio questi i popoli che formano, sostanzialmente, il mondo d’Omero. Tranne che, dei popoli, i quali in Omero appaiono contrastanti in lotta mortale, nei monumenti egiziani risultano riuniti in una impresa comune.

E comune fu la loro origine. Gli storici hanno oramai stabilito questo punto, che già risultava abbastanza chiaro, nei poemi omerici, dalla identità di religione, d’usi, di costumi, d’essenziale psicologia, e fors’anche di lingua, fra Troiani e

  1. Vedi Lenormant, Histoire des peuples d’Orient, I, 386, e Gladstone, Homeric Synchronism (1876) pag. 138.
  2. Ne parlano, più o meno, tutte le storie. Fra gli scritti più recenti, ricordo Leaf, Homer and History, 40 sg., e Lauth, Homer und Aegypten, 31 sg. Vedi anche Gladstone, Synchronism, 142 sg.