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154 ILIADE 20-49

20Ma Febo, che voleva conceder vittoria ai Troiani,
come veduta l’ebbe da Pèrgamo, incontro le mosse.
Stettero presso al faggio, vicin l’uno all’altro, i due Numi;
e parlò primo Apollo sovrano, figliuolo di Giove:
«Perché con tanta furia, figliuola di Giove possente,
25sei dall’Olimpo discesa? Che gran desiderio ti spinge?
Conceder forse vuoi la dubbia vittoria agli Achivi?
Ché già, pietà di tanti Troiani caduti, non senti.
Questo, se tu vorrai darmi ascolto, sarebbe pel meglio:
tregua facciam che quest’oggi si ponga agli scontri e le zuffe:
30riprenderanno poi la pugna diman, sin che d’Ilio
trovino il fine fatale, giacché questo avete deciso,
voi, sempiterne Dive: che questa città sia distrutta».
     E a lui cosí rispose la Diva dagli occhi azzurrini:
«Sia pur cosí, dell’arco Signore: con questo pensiero,
35d’Olimpo anche io venuta son qui, fra Troiani ed Achivi.
Ma dimmi, come pensi che fine si ponga alla pugna?»
     E a lei cosí rispose Apollo figliuolo di Giove:
«Ettore ardito eccitiamo, l’eroe domator di cavalli,
ch’egli a combattere inviti qualcuno dei Dànai guerrieri,
40da solo a sol provando le forze nell’aspro cimento.
E, provocati, anch’essi, gli Achei da le belle gambiere,
qualcuno ecciteranno, che d’Ettore affronti la furia».
     Cosí disse. E concorde fu pur l’occhiglauca Diva.
Ed Èleno sentí, di Priamo il figlio, nell’alma,
45quale partito fosse piaciuto al consiglio dei Numi,
e verso Ettore mosse, gli stette vicino, e gli disse:
«Ettore, figlio di Priamo, che a Giove sei pari nel senno,
vuoi far ciò ch’io ti dico? ch’io son tuo fratello germano.
Fa’ che i Troiani tutti si fermino, e tutti gli Achivi,