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lasciava. E a lui già spento, cosí parlava Ettore prode:
«Pàtroclo, a che mi vai profetando la fine funesta?
Chi sa che pure Achille figliuolo di Tèti chiomata
860prima dall’asta mia cadere non debba trafitto?».
     Detto cosí, puntò sul cadavere un piede, e la lancia
dalla ferita estrasse, respinse la salma supina.
E dietro Automedonte con l’asta poi súbito corse,
dietro il divino scudiere d’Achille dai piedi veloci,
865ché lo voleva colpire. Ma presto i veloci cavalli
lui trasportarono, doni fulgenti dei Numi a Pelèo.