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50-79 CANTO XX 187

50or su la spiaggia stando sonora: grandi urli levava
Ares dall’altra parte: gridava; e sembrava procella
fosca, lanciava acuti comandi ai Troiani, dal sommo
or della rocca, poi da Belpoggio, lunghesso il Simèta.
     Cosí gli Iddii beati spingevano entrambe le parti,
55fiera avvampare fra loro, crudele facevan la zuffa.
Ed un terribile tuono degli uomini il padre e dei Numi
scagliò dal cielo; e tutta la terra infinita, di sotto
scosse del mare il Nume: le vette sublimi dei monti,
tutte dell’Ida irriguo di fonti si scosser le balze,
60tutte le cime, e la rocca dei Teucri, e le navi d’Acaia.
Teme’ sino Edonèo sotterra, il signor degli estinti;
e sovra il trono urlando balzò, pel terror che sul capo
frangere a lui dovesse la terra il Signore del ponto,
e la sua casa ai mortali dovesse apparire e agli Olimpî,
65orrida, squallida tutta, che n’hanno ribrezzo anche i Numi:
tanto il frastuono fu, quando i Numi s’urtarono a zuffa.
Contro a Posídone, dunque, al Nume che scuote la terra,
Apollo Febo stette, stringendo le frecce piumate:
contro ad Euríalo Atena la Diva occhiglauca stette,
70e contro ad Era stette la Diva dall’aurëe frecce,
vaga di grida e di strali, Artèmide, suora d’Apollo.
Ermète stette contro Latona, il benefico Iddio,
e stette contro Efèsto il fiume dai gorghi profondi,
che Xanto fra i celesti, fra gli uomini ha nome Scamandro.
     75Stavan cosí Numi a Numi di fronte. Ed Achille Pelíde
Ettore piú che ogni altro voleva incontrar nella zuffa:
ché gli diceva il cuore che prima col sangue di quello
Are saziar dovesse, cha mai non è sazio di strage.
Ma Febo che le turbe sospinge alla zuffa, per primo