Pagina:Iliade (Romagnoli) II.djvu/38

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     Nèstore allora udí, sebben fosse a bévere intento,
e volse queste alate parole al figliuolo d’Asclepio:
«O Macaone, pensa quale esito avran questi eventi
presso le navi: piú alto dei floridi giovani l’urlo
5si leva. Or tu qui resta, tracanna il purpureo vino,
sin che t’appresti il caldo lavacro la bella Ecamède,
e dalla tua ferita i grumi sanguigni deterga;
ed io frattanto andrò senza indugio, vedrò ciò che avviene».
     Disse. Ed il grande prese bellissimo scudo del figlio
10suo Trasimède: stava, mandando riflessi dal bronzo,
dentro la tenda: quello del padre reggea Trasimède:
l’asta impugnò, che aveva la punta di bronzo, e ristette
fuor della tenda; e un turpe spettacolo vide: gli Achivi
rivolti a fuga, e dietro, cacciandoli a furia, i Troiani
15oltracotanti; ed era crollata la grande muraglia.
Come l’immenso mare si oscura con torpidi flutti,
giunger vedendo i passi rapaci di striduli venti,
e sta, senza né qui né lí rotolare l’ondata,
sinché giú non discenda dal cielo uno spiro deciso: