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68 ILIADE 379-408

Ed i Troiani, udita la romba del sire d’Olimpo,
380balzâr sopra gli Achèi con piú furia e piú ardore di zuffa.
Come su l’ampia distesa del pelago, un gran cavallone
sovra le sponde piomba d’un legno, se il vento l’incalza,
con la sua furia, che suole dal fondo sconvolgere i flutti:
cosí traverso il muro passâr con grandi urli i Troiani,
385e, spinti innanzi i carri, pugnarono presso le navi,
a fronte a fronte, questi dai carri, con l’aste affilate,
e da le navi quelli, che v’erano sopra saliti,
con lunghe stanghe, fatte di pèrtiche insieme congiunte,
di bronzo armate in cima, adatte alle pugne navali.
     390Pàtroclo, intanto, finché pugnarono Achivi e Troiani
intorno al muro, lungi dai legni veloci d’Acaia,
rimase entro la tenda d’Eurípilo cuore cortese,
e di parole conforto gli dava, e la cruda ferita,
per mitigar la doglia, di farmachi leni spalmava;
395ma quando vide poi che i Troiani passavano il muro,
e che seguía fra i Dànai sgomento, e si davano a fuga,
allora poi, levò lamenti, batté su le cosce
ambe le palme, e queste parole fra i gemiti disse:
«Eurípilo, non posso, per quanto bisogno tu n’abbia,
400qui rimaner: troppo è fiera la lotta che adesso s’impegna.
Di te cura si dia lo scudiere; ed io corro ad Achille,
se mai lo convincessi ch’ei voglia tornare alla pugna:
chi sa che con l’aiuto d’un Dio, non lo faccia convinto
coi miei discorsi? Assai può fare, esortando, un amico».
     405Cosí disse; e partí con passi veloci. E gli Achivi
fermi attendeano i Troiani. Ma invano cercavan tenerli
sebbene eran piú scarsi di numero, lungi dai legni;
né poi quelli di Troia poteano spezzar le falangi