Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/113

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dagli Orsenigo. 103

mattina, non aveva ancor fiatato, scompartendo gli sguardi, fra il tondo, carico di rognoni trifolati al madera, e la Perseveranza, cominciò, ad alta voce: — «Si legge nel Rinnovamento di Venezia, diciotto Novembre. Un marito, che, entrando nella camera da letto, trovò la moglie in compagnia d’uno sconosciuto, pregava questi, cortesissimamente, di allontanarsi; e, poi, ravvolgendo la moglie nelle lenzuola, la buttava dalla finestra. Si accorse in ajuto della misera; ma temiamo, che ogni opera sia indarno. Fu ricoverata nell’Ospedale. Il marito è arrestato.» -

La Radegonda, dopo breve pausa, prese a dire: — «Misera donna! doppiamente infelice, e nel sortire il marito e nella scelta dell’amante! Caduta di Cariddi in Iscilla, di codardo in codardo! La condotta dello sposo, che ne rivela il carattere di fango, giustificherebbe lei d’ogni errore.» -

— «Il marito esercitava un dritto, vendicava l’onor suo. Non so, come l’abbiano arrestato; ma dovranno rilasciarlo. Sennò, i giurati lo assolveranno. Il codice, in questo caso, accorda l’impunità...» - diceva quel buon uomo, infervorandosi. Ma un’occhiata di sprezzo, vibratagli dalla Radegonda, il fece ammutolire; ed avvallò gli occhi.