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meno, che non la rimandasse! come soggiunse, col risolino di chi fa una supposizione assurda. E gli strinse il collo, col braccio, quasi volesse soffocarlo, e gota a gota. Poi, lasciandolo, si ritrasse indietro; e sedette sul canapè; ed il guardava, amorosamente.

E Maurizio? Le sue labbra erano atteggiate al sorriso, anch’esse. Ma non ci ha parole efficaci abbastanza, in questa lingua italiana, che, – certo, non difetta di vocaboli energici, almeno io non ricordo e non so trovare espressioni, che, lontanamente, ritraggano, adombrino la noja, il disgusto, ch’egli provò, pel fatale annunzio. Per cinquantamila ottime ragioni, il colpo di testa della Radegonda era giuocoforza gli rincrescesse; e, frattanto, molte, non poteva neppur dirle; alcune, gli doveva bastare di accennarle, senza insistervi, punto, su.

Prima di tutto, e la morale? Il terrebbero, per uno, che gode metter male nelle famiglie, che semina zizzanie! Mai, non gli era passata, pel capo, la più lontana intenzione di turbare la pace domestica di chicchessia, neppur, quando amava l’Almerinda Ruglia-Scielzo, come un forsennato. Studioso, nel corteggiar le donne, sempre, d’usar mille riguardi, perchè le sue pratiche non desser mai, nell’occhio. Per esempio, nessuno, a Napoli, aveva, nemmanco, sospettata la relazione con