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addosso: - «Sarà! ma cos’ho da rispondere?» -

Maurizio, indispettito e facendo una faccia seria: - «Mia cara» - bofonchiò - «di alcune supreme risoluzioni dobbiamo accettar tutta la responsabilità; e non cercare di rovesciarne parte su qualche consigliere. Ciò, che io desidero, può essere una cosa; e ciò, che ti giova, un’altra. Io non ti dirò: fa questo; ma bensì: rifletti, pondera bene, checchè tu faccia.» -

E sgombrò dalla stanza, lasciando la Radegonda, che interpretava tutto a modo suo, in estasi sulla insigne delicatezza.

La si pose a tavolino, subito; e, senza meditar molto, scrisse. Mostrò, poi, la lettera a Maurizio; che dissimulò, con istento sommo, sotto un sorriso, il dispetto e la noja sentitissima. - «Son condannato, a perpetuità, alla Radegonda!» - pensava, stampandole un bacio in fronte; e l’avrebbe, più volentieri, strangolata. - «Cara!» - le susurrò sottovoce; e l’avrebbe mandata, di buon grado, urlando, alle trentamila paja di diavoli dello ’nferno.

Giustizia al merito! il Salmojraghi si mostrò delicatissimo, anzi generoso, negli accordi finanziari. Volle, che la moglie prendesse l’amministrazione indipendente, di quanto ella posse-