ci vollero molte chiacchiere, per cader d’accordo; si convenne di
non tener conto, nel verbale, delle parole del marchese. I
suoi padrini affermavano dette, solo, per ischerzo, e frantese
come serie, dal Della-Morte: ad ogni modo, non era
ned interesse dello schiaffeggiatore (come amante putativo della Salmojraghi) ned interesse di quel perfetto gentiluomo
dello schiaffeggiato il consacrarle e verbalizzarle.
Sulle condizioni dello scontro, si convenne, in un attimo.
Armi: pistole rigate, d’arcione. Patti: quindici passi, con
facoltà d’avanzare tre, mirando e sparando, a comando.
Luogo: in fondo alle Cascine. Ora: lì, subito, immediatamente,
senza perder tempo, prima che i questurini sapesser
dell’affare. Il Barberinucci aspettava, già, nel caffè di
Parigi, con un pajo di pistole. Maurizio entrò, nella camera
contigua, da letto, per prendere il paio suo, dovendosi,
poi, sul terreno, sorteggiare il pajo pe’ duellanti e
quello pe’ padrini; ed, entrando, gli parve di udire un
fruscìo d’abito, quasi, come se una donna si trafugasse,
in fretta, per l’altra porta. Ma non vi badò, più che tanto.
Era la Salmojraghi, pertinace nelle abitudini indiscrete,
che le avevan fatto leggere, altra volta, il carteggio
dell’Almerinda con Maurizio e, non più tardi del giorno
prima, rimuginare sullo e nello scrittojo di costui.