Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/209

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dagli Orsenigo. 199

Stamane, m’hai vista tutta rammaricata del tuo rifiuto d’accettare questo danaro; ed, ora, se’ venuto, a chiedermelo. Grazie, caro Maurizio mio.»

— «T’assicuro...» -

— «Sì, sì, mel giureresti, anche! Una bugia bianca, come dicono gl’inglesi, una magnanima menzogna, tanto bella, che non è da preferirle il vero.» -

Perchè insistere? Maurizio sorrise; e la lasciò nella sua idea, giacchè le faceva piacere. Ella aveva ricominciato, a far punti; ma, in vece di svagarsi, col libro, alzava gli occhi, amorosamente, in volto, a lui: - «Senti, Radegonda. Ho due amici, in salotto; e ne aspetto due altri, co’ quali ho da parlare di faccende importanti: fa, che non si sia disturbati.» -

— «Dirò, alla Clorinda, che non venga, nel salotto buono, se non chiamata. Pranzi, in casa?» -

— «Crederei di no.» -

Una scampanellata: erano i rappresentanti del marchese Barberinucci. Per non chiamare altre persone, a parte dell’avvenuto, questi si era affidato, al contino Capecchiacci ed al cavalier Bacherini. Il Della-Morte li raggiunse, in salotto; e cominciarono, dal permutare il pagherò, co’ biglietti della Salmojraghi. Poi, non