Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/215

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dagli Orsenigo. 205



XXIV.


Di salvar Maurizio, il dottore aveva poca o nessuna speranza; volle, quindi, un consulto, per suo discarico.

Si radunarono quattro celebrità, quattro professoroni, quattro commendatori, quattro Senatori del Regno, che lucravano dalle trentamila lire annue, per uno, ma che, per gli effetti della legge sulla ricchezza mobile, avevan dichiarato ciascuno meno di duemila lire d’introito professionale. Rappresentavano un totale di, almeno, trecent’anni; ed una collezione, presso a poco compiuta, delle umane infermità. L’uno era presbite; l’altro, miope; il terzo, guercio; ed il quarto, monocolo. L’uno balbettava; l’altro era sordo; il terzo snasato; il quarto, senza un dente. Insomma, ciascheduno ci aveva i suoi acciacchi. Esaminarono, interrogarono, discussero; e conchiusero, prognosticando quasi impossibile la guarigione della ferita al petto, necessaria l’immediata ablazione della sinistra. Ma ci voller due ore, poi, per decidere, se s’avesse ad amputare l’anti-braccio o disarticolare la mano. La Salmojraghi-Orsenigo assisteva, al consulto, pallida e immota, come le statue