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206 Dio ne scampi

di marmo, che, dalle loro nicchie, assistono a supreme deliberazioni. Gl’indugi potendo riuscir fatali, si volle operar, subito. Gli orribili preparativi si fecero, in poca d’ora; e la misera donna, procacciò, somministrò, quanto le veniva richiesto. Pregarono, pretesero, che uscisse dalla camera, durante l’operazione; ma questo, poi, non volle, no! Volle star, sempre, accanto al letto. Volle veder tutto. E non isvenne. Ma quel, che soffriva, io non sarei valente ad esprimerlo.

La mano di Maurizio, tra supina e prona, fu fermata, da un assistente, Oreste Prezzemolini, che tirò, in alto, la cute. Un altro, Demofoonte Delli-Fanti, comprimeva l’arteria brachiale. L’Acquarone, sostenendo, con la sinistra, la mano ferita, con un amputante a lama stretta, incise, circolarmente, la cute, poco meno di due dita trasverse, innanzi alla linea articolare. Ed il Prezzemolini la stirò, in alto. Poi, il cerusico ne favorì la retrazione, incidendo i filamenti cellulosi, che la tenevan congiunta, a’ tessuti sottoposti. Appresso, troncò i tendini flessori ed estensori e gli altri tessuti molli, a livello della cute retratta, ossia dell’articolazione. Quindi, penetrò, in questa, per uno de’ lati, prendendo, per guida, l’apofisi stiloidea corrispondente; e diresse il gammautte, nel senso della linea ar-