Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/23

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dagli Orsenigo. 13


III.


Fra gli ufficiali, più assidui alla sua conversazione, c’era il capitano Maurizio Della-Morte, napolitano anch’esso, ma d’una famiglia liberale. Figliuolo di un emigrato del MDCCCXLIX; volontario, dieci anni dopo, nell’esercito sardo; con la medaglia al valore, meritata, da sergente, a Montebello, e l’ordine militare di Savoia, preso, da luogotenente, a Castelfidardo. Bel giovane e di cuore, meno terribile del suo cognome, eppure accattabrighe e sciabolatore. Amò Donn’Almerinda non per capriccio, anzi profondamente; e, dopo esitazioni protratte, io non so quando nè dove nè come, si fece animo a dirglielo. Ebber luogo tutte le peripezie, che son di regola: e, dapoi mille ripulse, mille scoraggiamenti, mille nuove insistenze, a grado a grado, senza che il sonnacchioso Ruglia nè gli svegliatissimi Scielzo sospettassero di nulla, ottenne quantunque desiderava.

Ottenne più agevolmente, ch’e’ non si mantenesse in possesso della conquista. Donn’Almerinda, come diceva ella stessa, (perchè il francese, poi, sel sapeva benino; anzi, era l’unica cosa, che s’imparasse, allora, a’ Miracoli, dove, ora, la Dio mercè, non s’impara, più, neppur