Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/47

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dagli Orsenigo. 37

— «Ma, signora, il signor capitano è in casa...» -

— «Mio figlio non è uscito? che si senta male?» - e faceva per avviarsi alla camera da letto; ma il povero Gregorio la trattenne.

— «Per carità, signora, parli a voce bassa. Il capitano non è solo.» -

La Della-Morte capì; e provò come una stretta al cuore, chè le fu d’uopo d’appoggiarsi ad una credenza, per rimanere in piedi. E, poi, dal cuore, il sangue le rifluì al volto e le cornarono gli orecchi e le si annebbiarono gli occhi. Quel, che provò, nel primo momento, è indescrivibile. Le pareva di essere schiaffeggiata; le pareva, che il figliuolo le mancasse di rispetto e l’insultasse. Dunque, una mezz’ora prima, Maurizio l’aveva, in fondo, cacciata di casa, per farvi luogo ad una femminaccia qualunque, ad una sgualdrina... Che altro poteva esser colei? Ed, ora, ecco, ella stava innanzi alla porta chiusa di lui, mentre egli, dietro quell’uscio e quella parete... Fu. come una delusione. Sì, certo, malgrado la rigidità della sua vita, lei comprendeva, ammetteva, permetteva, che l’uffiziale, certe cose, le facesse: ma altro è l’ammettere una cosa idealmente, altro il vederla, il toccarla con mano. Il pudor suo era contristato. Il vizio (ossia ciò, ch’ella stimava tale; e voi, uomini spregiudicati e donne eman-