Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/46

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36 Dio ne scampi

mattina, parve (ed ella se ne accorse), che quella visita gli tornasse non dirò malgradita, ma inopportuna, via, di contrattempo. Doveva (disse) abbigliarsi, in tutta fretta, per andarne al rapporto; era, già, in ritardo; e sgridò, con malpiglio, il confidente per una inezia; e, quando la madre disse: - «Scappo via, perchè ti farei perder tempo» - lui non la trattenne con insistenza, come era solito far le altre volte e fin sul pianerottolo.

Approfittando della giornata splendida, Donna Chiarastella ne andò a passeggiare in Villa, sotto il viale delle querce, lunghesso il mare: bello tanto, prima che, ampliando la Villa, l’avesser privata d’ogni antica sua bellezza caratteristica. Lì, si rammentò di aver voluto regalare al figliuolo un pajo di pantoffole, ricamategli da lei e che recava montate nella sacca a mano. La furia di Maurizio gliele aveva fatte dimenticare. Pensò, nel tornare a casa, di risalire da lui e di collocargliele accanto al letto, acciò le trovasse, la sera, nello scalzarsi.

Rieccola su per quelle scale. Una scampanellata! e l’ordinanza viene ad aprire. Ma sembrò imbarazzata; e quasi, non le faceva posto per entrare: - «Oh! signora Lei?... ma come?...»

— «Che miracolo c’è, Gregorio? Si direbbe, che non mi avessi veduta, mai...» .